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Giugno 2024 a sud delle Alpi

MeteoSvizzera-Blog | 09 luglio 2024
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Nella Svizzera italiana il mese di giugno 2024 verrà ricordato per le due tragiche alluvioni che hanno colpito prima la Mesolcina, poi l’Alta Valle Maggia. Nel suo complesso, il mese ha mostrato una temperatura media di poco inferiore alla norma 1991-2020 e precipitazioni mensili più elevate della media.

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Temperatura nella norma

A sud delle Alpi la temperatura media del mese di giugno 2024 è risultata di 0,1 °C inferiore alla norma 1991-2020.  Alle basse quote lo scarto dalla media è stato localmente maggiore, come a Locarno Monti (-0,4 °C) e a Lugano (-0,6 °C).

A sud delle Alpi i cinque mesi di giugno più caldi mai registrati si sono verificati nel 2003, in cui la temperatura media mensile aveva superato la norma 1991-2020 di oltre 4 °C, e negli ultimi dieci anni: 2019, 2017, 2022 e 2021. I cinque più freschi, invece, risalgono tutti a prima del 1935.

Solo tre brevi periodi più miti della norma

La maggior parte dei giorni di giugno ha visto una temperatura media in linea o inferiore alla norma; solamente fra il 5 e l’8, fra il 18 e il 20 e fra il 27 e 29 giugno sono state registrate per qualche giorno temperature di 1 – 3 °C più elevate della media pluriennale. Le anomalie maggiori si sono verificate il 28 giugno, con valori di 3 – 5 °C superiori alla media. Gli scarti dalla media negativi, d’altro canto, sono stati più marcati fra il 12 e il 15 del mese, così come il giorno 23, raggiungendo i 2 – 4 °C. Per nessuna stazione di misura sudalpina in giugno sono stati registrati nuovi primati di temperatura minima, massima e media giornaliera.

Precipitazioni mensili molto variabili fra una regione e l’altra

A sud delle Alpi il totale delle precipitazioni di giugno è risultato di poco superiore alla norma 1991-2020; mediata su tutto il versante sudalpino, la pioggia mensile è stata infatti il 115 % della media pluriennale. Tuttavia, vi sono state grandi differenze regionali: mentre lungo le Alpi, fra la Val Bedretto e l’Alto Moesano, è piovuto fino al 140 – 170 % della norma 1991-2020, sul Sottoceneri il totale mensile è risultato localmente inferiore alla media pluriennale. Per esempio, Lugano ha registrato il 78 % della media, mentre la stazione di Acquarossa – Comprovasco il 142 % di essa.

Per nessuna delle quaranta stazioni di misura di MeteoSvizzera a sud delle Alpi la somma delle precipitazioni mensili è risultata da primato in quanto a precipitazioni. Alcune stazioni hanno tuttavia registrato uno dei dieci mesi di giugno più piovosi dall’inizio delle misure: a Piotta si è trattato del sesto mese più ricco di precipitazioni dall’inizio delle misure nel 1979, a Faido del settimo (misure dal 1971), a Bosco Gurin e Cevio dell’ottavo (dal 1959), ad Acquarossa e Robiei del nono (rispettivamente dal 1959 e dal 1991) e Poschiavo del decimo (dal 1959).

Un nuovo primato di pioggia giornaliera per giugno

Per quanto riguarda la pioggia giornaliera, i 124,2 mm misurati a Grono in Mesolcina il 21 giugno 2024 corrispondono al valore più elevato mai misurato da questa stazione nel mese di giugno dall’inizio delle misure nel 1901. I 110 mm misurati a Piotta il 29 giugno corrispondono invece al terzo valore più elevato misurato in giugno dall’inizio delle misure nel 1979, i 118,7 misurati a Bosco Gurin lo stesso giorno al terzo valore più elevato dal 1959.

Due eventi temporaleschi molto intensi

Le precipitazioni sono state frequenti: solamente 11 giornate hanno visto un tempo completamente asciutto su tutto il versante sudalpino svizzero. Gli eventi più importanti sono stati quattro e si sono verificati l’11, il 15, il 21 e il 29-30 giugno. In particolare, gli ultimi due sono risultati eccezionali in quanto ad intensità delle precipitazioni.

Alluvione nel Moesano

Il 21 giugno il versante sudalpino è stato interessato da alcune linee temporalesche che si spostavano velocemente da sud-sudovest a nord-nordest, dapprima nel corso della mattinata e poi nuovamente nel tardo pomeriggio e verso sera. Gli accumuli di precipitazione misurati sulla totalità dell’evento si sono situati tra i 30 e i 50 mm tra Locarnese, Valle Maggia, Verzasca e Leventina, mentre verso la Valle Bregaglia sono stati misurati 30-40 mm, in Engadina tra 10 e 30 mm. Nel Moesano, la regione più colpita, gli accumuli hanno superato i 100 mm: in 24 ore la stazione di Grono ha misurato 124,2 mm, la stazione AXPO presso il Lago d’Arbola 143,1 mm. Per quanto riguarda l’accumulo giornaliero di Grono, si tratta del tredicesimo valore più elevato per questa stazione dall’inizio delle misure nel 1901, corrispondente ad un tempo di ritorno di circa 10 anni. Il primato è detenuto dai 183,6 mm misurato il 7 agosto 1978.

Le precipitazioni più intense sono cadute in realtà in circa due ore. Su questo intervallo di tempo Grono ha misurato 82,3 mm, le stazioni AXPO del Lago d’Arbola e di Roggiasca rispettivamente 107 e 95,7 mm. Anche gli accumuli orari più elevati sono stati ingenti: Grono 63,7 mm, Lago d’Arbola 60,7 mm, Roggiasca 53,9 mm. Il valore di Grono non costituisce un primato per il versante sudalpino, in quanto il valore più elevato di pioggia caduta in 60 minuti è stato misurato a Locarno Monti nell’agosto 1997 con 91,2 mm, seguito da Crana Torricella in giugno 2017 con 80,5 mm.

A Grono il 21 giugno sono caduti più di 30 mm in 30 minuti, evento molto raro per le vallate alpine. A causa della limitata lunghezza temporale delle serie storiche di precipitazione a 10 minuti, una stima del periodo di ritorno di tale evento è possibile solo per la stazione di Grono, per la quale i 46,7 mm misurati fra le 19:00 e le 20:00 del 21 giugno corrispondono ad un tempo di ritorno di 10 – 20 anni. Queste forti precipitazioni sono cadute su un territorio sul quale a partire dall’inizio della primavera era già caduta molta pioggia, circa il 130 % circa della precipitazione media 1991-2020, e l’innevamento della stagione invernale era stato molto abbondante. Gli effetti delle forti piogge sono stati devastanti, come colate detritiche di grandi dimensioni e danni di vario tipo; purtroppo vi sono state anche alcune vittime e dispersi.

Alluvione in Alta Valle Maggia

A meno di dieci giorni dall’alluvione della Mesolcina, le forti precipitazioni sono tornate fra il 29 e il 30 giugno a colpire la Svizzera italiana. Gli accumuli di precipitazione misurati sulla totalità dell’evento si sono attestati tra i 40 e i 100 mm in una fascia tra Locarnese, Valle Maggia, Verzasca e Leventina. L’Alta Vallemaggia è risultata la regione più colpita, con accumuli che hanno superato i 120 mm e localmente perfino i 200 mm. L’epicentro delle precipitazioni è stato sulla zona di Bignasco, fra Cevio e Lavizzara, dove si sono toccati i 250 mm. Prendendo in considerazione la stazione di misura di MeteoSvizzera di Cevio, l’accumulo massimo su 60 minuti è risultato pari a 46,5 mm, un valore che statisticamente ha un periodo di ritorno di 10 anni circa. La vicina stazione di misura cantonale di Bignasco ha invece misurato un massimo orario di 56,8 mm, valore che – se riferito alla stazione di Cevio, mostra un periodo di ritorno di 20 anni. A livello strettamente meteorologico si è trattato di un evento che per queste due località non risulta essere particolarmente eccezionale, avvenendo mediamente ogni 10-20 anni. Tuttavia, l’accumulo elevato di pioggia oraria, compreso fra 50 e 60 mm, ha interessato una regione vasta qualche decina di chilometri quadrati, pertanto il periodo di ritorno di questo evento è probabilmente superiore a quello menzionato. Tale considerazione è probabilmente valida anche per le forti piogge della Mesolcina. Gli effetti sul territorio sono stati marcati anche in questo caso, soprattutto fra Valle Bavona e Lavizzara. Anche in questo caso si sono verificate colate detritiche di grandi dimensioni e purtroppo vi sono state vittime e dispersi.

Soleggiamento scarso

A sud delle Alpi il mese di giugno è stato poco soleggiato. Il numero di ore di sole è stato compreso fra il 60 e l’80 % della media pluriennale. Per Lugano si è trattato dell’ottavo mese di giugno meno soleggiato dall’inizio delle misure nel 1885, per Locarno Monti del quinto meno soleggiato dal 1959, per San Bernardino del secondo meno soleggiato dal 1969.