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L'estate 2024 a sud delle Alpi

MeteoSvizzera-Blog | 16 settembre 2024
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A sud delle Alpi l’estate 2024 è risultata la quinta più calda dall’inizio delle misure e nel suo insieme poco piovosa. Nella prima parte della stagione si sono però verificate precipitazioni intense che in alcune regioni hanno provocato gravi danni e anche alcune vittime. Nella seconda parte dell’estate è stato invece il caldo a farla da padrone.

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Stagione più calda della norma

Con uno scarto dalla norma 1991-2020 di +1.5 °C, a sud delle Alpi l’estate 2024 è risultata la quinta più calda dall’inizio delle misure nel 1864. Fra il trentennio preindustriale 1871-1900 e l’ultimo trentennio 1995-2024, a sud delle Alpi l’estate è diventata più mite di 2.1 °C.

Precipitazioni stagionali piuttosto scarse

Nonostante le precipitazioni intense della prima parte della stagione, l’estate nel suo complesso è risultata poco piovosa. Mediate sul territorio sudalpino è infatti caduto il 76 % del quantitativo corrispondente alla norma 1991-2020. Vi sono state tuttavia importanti differenze regionali: mentre la stazione di Stabio ha registrato il 119 % delle precipitazioni normalmente attese e quella di Grono il 104 %, altrove le piogge sono state più scarse della media pluriennale. La stazione di Cimetta non ha superato il 55 % della norma, Locarno Monti li 58 %.

Giugno appena più fresco della norma, luglio e agosto molto caldi

A sud delle Alpi la temperatura media del mese di giugno 2024 è risultata di 0,1 °C inferiore alla norma 1991-2020 e durante il mese si sono verificate solo tre brevi periodi più miti della media pluriennale. Il mese di luglio è invece tornato a far registrare un’anomalia positiva con +1,8 °C rispetto alla norma: a partire dal 14 luglio le temperature sono sempre rimaste al di sopra della norma. In agosto le temperature medie giornaliere sono state sempre superiori alla media, ad eccezione di quattro giornate in cui sono state vicine alla media o di poco inferiori ad essa. La temperatura media mensile è così risultata di 2,9 °C superiore alla norma, facendo registrare il secondo mese di agosto più caldo dall’inizio delle misurazioni nel 1864.

Fra luglio e agosto una lunga ondata di caldo

Se la temperatura media giornaliera non scende sotto i 25 gradi per uno o due giorni, si parla di breve ondata di caldo; se tale valore viene invece raggiunto o superato per almeno tre giorni, MeteoSvizzera parla di canicola. Una prima breve ondata di caldo si è verificata fra il 10 e l’11 luglio; dopo un breve calo delle temperature nelle giornate successive, a partire dal 16 luglio le temperature si sono alzate nuovamente: è stato l’inizio di una lunga fase canicolare che ha coinvolto anche la prima metà di agosto e il cui apice è stato fra il 28 e il 31 luglio e fra il 10 e il 13 agosto. Durante questo lungo periodo, la soglia dei 25 gradi di temperatura media non è stata raggiunta in modo esteso solamente in singole giornate.

L’ondata di caldo è stata particolarmente pronunciata dal punto di vista delle temperature minime giornaliere, infatti a Lugano è stato registrato un nuovo primato: a partire dall’inizio delle misure nel 1864, due settimane così calde per quanto riguarda le temperature minime non erano mai state registrate. Fra il 24 luglio e il 6 agosto la media delle temperature minime giornaliere è stata pari a 22,0 °C, valore più elevato della serie storica.

Molte giornate e notti tropicali

Le giornate tropicali sono quelle in cui la massima raggiunge o supera i 30 °C, le notti tropicali sono definite come le giornate in cui la minima non scende invece sotto i 20 °C. L’estate 2024 ha visto un numero molto elevato di questi indicatori climatici, che hanno fatto registrare valori ben superiori alla norma. A Locarno Monti e a Lugano le giornate tropicali sono state rispettivamente 38 e 29, le notti tropicali 33 e 41. Per Lugano si è trattato del numero più elevato di notti tropicali mai registrato dall’inizio delle misure nel 1864, per Locarno Monti del secondo valore più elevato.

Piogge soprattutto nella prima parte della stagione

Mediata su tutto il versante sudalpino, la pioggia mensile di giugno è risultata pari al 115 % della media pluriennale, tuttavia con grandi differenze regionali: mentre lungo le Alpi, fra la Val Bedretto e l’Alto Moesano, è piovuto fino al 140 –170 % della norma 1991-2020, e alcune stazioni hanno registrato uno dei dieci mesi di giugno più piovosi dall’inizio delle misure, sul Sottoceneri il totale mensile è risultato localmente inferiore alla media pluriennale. In luglio e in agosto le piogge sono state invece piuttosto scarse, ma ancora una volta con alcune eccezioni. Mentre in giugno sul Ticino meridionale è piovuto più di due volte e mezzo il quantitativo medio mensile e le vallate meridionali dei Grigioni hanno registrato valori di poco superiori alla norma, nel Locarnese è caduta solo la metà della precipitazione normalmente attesa. I temporali di agosto hanno fatto accumulare nel Grigioni italiano e sul Ticino centro-settentrionale fra il 25 e il 60 % della norma, mentre a Lugano è stato raggiunto il 72 % della media; a Stabio, tuttavia, non si è superato il 18 % della norma.

L’estate delle alluvioni

Come ampiamente riportato dai media e anche nei vari contributi di questo blog, la prima parte dell’estate è stata caratterizzata da alcuni eventi di precipitazioni molto intensi con conseguenze importanti. Per quanto riguarda il versante sudalpino, gli eventi principali sono stati tre: il 21 giugno nel Moesano, il 29-30 giugno sull’Alta Valle Maggia, il 7 luglio nel Mendrisiotto.

Il 21 giugno il versante sudalpino è stato interessato da alcune linee temporalesche mobili che si spostavano velocemente da sud-sudovest a nord-nordest. Nel Moesano, la regione più colpita, gli accumuli hanno superato i 100 mm: in 24 ore la stazione di Grono ha misurato 124,2 mm, la stazione AXPO presso il Lago d’Arbola 143,1 mm. Per quanto riguarda l’accumulo giornaliero di Grono, si tratta del tredicesimo valore più elevato per questa stazione dall’inizio delle misure nel 1901, corrispondente ad un tempo di ritorno di circa 10 anni. Le precipitazioni più intense sono cadute in realtà in circa due ore. Su questo intervallo di tempo Grono ha misurato 82,3 mm, le stazioni AXPO del Lago d’Arbola e di Roggiasca rispettivamente 107 e 95,7 mm. Anche gli accumuli orari più elevati sono stati ingenti: Grono 63,7 mm (periodo di ritorno di 10-20 anni), Lago d’Arbola 60,7 mm, Roggiasca 53,9 mm. A Grono, sono caduti più di 30 mm in 30 minuti, evento molto raro per le vallate alpine. Queste forti precipitazioni sono cadute su un territorio sul quale a partire dall’inizio della primavera era già caduta molta pioggia, circa il 130 % circa della precipitazione media 1991-2020, e l’innevamento della stagione invernale era stato molto abbondante. Gli effetti delle forti piogge sono stati devastanti, come colate detritiche di grandi dimensioni e danni di vario tipo; purtroppo vi sono state anche alcune vittime e dispersi.

A meno di dieci giorni dall’alluvione della Mesolcina, le forti precipitazioni sono tornate fra il 29 e il 30 giugno a colpire la Svizzera italiana. L’Alta Vallemaggia è risultata la regione più colpita, con accumuli che hanno superato i 120 mm e localmente perfino i 200 mm. L’epicentro delle precipitazioni è stato sulla zona di Bignasco, fra Cevio e Lavizzara, dove si sono toccati i 250 mm. A Cevio l’accumulo massimo su 60 minuti è risultato pari a 46,5 mm, un valore che statisticamente ha un periodo di ritorno di 10 anni circa. La vicina stazione di misura cantonale di Bignasco ha invece misurato un massimo orario di 56,8 mm. A livello strettamente meteorologico si è trattato di un evento che per queste due località non risulta essere particolarmente eccezionale, avvenendo mediamente ogni 10-20 anni. Tuttavia, l’accumulo elevato di pioggia oraria, compreso fra 50 e 60 mm, ha interessato una regione vasta qualche decina di chilometri quadrati, pertanto il periodo di ritorno di questo evento è probabilmente superiore a quello menzionato. Tale considerazione è probabilmente valida anche per le forti piogge della Mesolcina. Gli effetti sul territorio sono stati marcati anche in questo caso, soprattutto fra Valle Bavona e Lavizzara. Anche in questo caso si sono verificate colate detritiche di grandi dimensioni e purtroppo vi sono state vittime e dispersi.

Il 7 luglio un temporale quasi stazionario ha causato precipitazioni molto intense nel Mendrisiotto: la stazione di Coldrerio ha misurato 57,4 mm sull’arco di 1 ora, 123,6 mm su 3 ore e ben 181,8 mm in 6 ore. Il totale sulle 24 fra le 6 UTC del 7 e le 6 UTC dell’8 luglio è stato di 185,7 mm, secondo valore più elevato per questa stazione attiva dal 1919 corrispondente ad un tempo di ritorno di 30 – 50 anni. La vicina stazione di Stabio ha invece misurato 139,7 mm su 6 ore, valore atteso statisticamente ogni 20-30 anni.

Anche il 12 luglio sul Mendrisiotto sono state registrate abbondanti precipitazioni: di primo mattino in poche ore sono caduti fra i 30 e poco meno di 90 mm, con un massimo in Valle di Muggio. Molto intense anche le piogge sul breve periodo: a Stabio, ad esempio, in 20 minuti sono caduti oltre 30 mm. Il 12 luglio non è stato solo il Mendrisiotto ad essere stato interessato dalle forti piogge. Nel pomeriggio alcuni temporali hanno interessato un po’ tutte le regioni. La stazione di Magadino /Cadenazzo ha misurato 37,1 mm su dieci minuti, nuovo primato di pioggia su questo periodi di tempo per quel che riguarda il sud delle Alpi. Sono stati segnalati anche chicchi di grandine di medie dimensioni, con diametro fino a 2-3 cm.

Poco favonio

L’estate 2024 è stata anche caratterizzata da un numero esiguo di eventi favonici. A Poschiavo, località sudalpino che mostra il maggior numero di ore di favonio, durante l’estate 2024 sono state registrate meno di 200 ore di vento da nord. Si tratta del valore più basso della serie di misurata iniziata tuttavia solamente nel 2008.

Soleggiamento nella norma

A sud delle Alpi il numero di ore di sole dell’estate 2024 è risultato nella norma, senza variazioni regionali significative.